Fiera dell’Imballaggio: l’importanza di un packaging connesso e sostenibile
Fiera dell’Imballaggio come primo appuntamento importante di una manifestazione che intende promuovere una nuova cultura del packaging evoluta perché più intelligente e orientata alla sostenibilità. Tenutasi dal 19 al 21 maggio al Pala Dean Martin di Montesilvano (PE), dietro all’iniziativa c’è il Comune di Montesilvano, in collaborazione con Formula Ambiente, Sapi e RicreaTe. Tanti gli spunti di riflessione di una tre giorni in cui gli organizzatori sono riusciti a tematizzare tutti gli aspetti peculiari di una soluzione che, oltre a fornire una protezione fisica ai prodotti, deve risolvere il suo ruolo e la sua funziona in termini di sostenibilità economica e ambientale. Ricchissimo il programma di workshop: tra gli special guest anche Moreno Poli, CEO di Tracetoo, che nel suo intervento ha spiegato l’importanza degli imballaggi connessi.
Fiera dell’Imballaggio ed economia circolare
Il fil rouge della Fiera dell’Imballaggio? Aiutare a comprendere tutta la gestione del ciclo di vita del packaging nel contesto di un’economia circolare orientata a ridurre, riutilizzare, rinnovare, riparare e riciclare, contribuendo così a contenere sia i costi di produzione che l’impatto sull’ambiente.
Oggi l’obiettivo del packaging non si limita a minimizzare i danni alle merci e di velocizzare e funzionalizzare la loro movimentazione dal punto di vista logistico.
L’onda montante della pandemia ha scatenato l’e-commerce, insegnando alle persone a guardare in modo diverso gli imballi utilizzati dai produttori e dai distributori e i sistemi della logistica e dei trasporti.
Smart packaging dalla fabbrica al consumatore
Al di là del rendere più efficiente e più snella l’operatività delle filiere, è arrivato il momento di riconsiderare il ruolo dell’imballo nei confronti del consumatore. Il che significa considerare in modo più attento tutto l’equipaggiamento informativo associato a sistemi evoluti di codifica e di gestione. Nell’era della quarta rivoluzione industriale, infatti, la tecnologia consente in più modi di rendere il packaging attivo e connesso, diversificando il suo potenziale applicativo. La serializzazione e la sensorizzazione degli imballi associata all’utilizzo dell’Auto-ID rendono le confezioni parlanti, aiutando sia gli operatori che i consumatori. In che modo? Ragionando oltre la logica dei barcode monodimensiali per abbracciare un approccio potenziato dall’uso dei tag RFID nel back end combinati all’utilizzo di smart code da leggere tramite una app dedicata utilizzando un semplice smartphone sul front end. Lo smart package permette di:
- velocizzare le operazioni logistiche
- tracciare la produzione
- contrastare il fenomeno del grey market
- controllare i punti vendita
- tutelare il proprio marchio
- certificare la provenienza
- garantire al cliente l’unicità del prodotto che ha acquistato o sta per acquistare
- attivare con la registrazione del prodotto la garanzia
- comunicare con i consumatori in maniera interattiva
I brand, infatti, oltre a introdurre sistemi di tracciabilità e rintracciabilità delle informazioni relative ai prodotti confezionati e venduti, possono offrire ai consumatori maggiori informazioni ma anche nuove esperienze a livello di fruizione e di servizio.
“A livello di adozione, lo smart packaging è ancora in una fase inziale – ha spiegato Poli nel suo speech alla Fiera dell’Imballaggio -. Rispetto a tecnologie ormai consolidate, efficaci ed efficienti, ancora non ci sono settori industriali che hanno un approccio strutturato e maturo. Produttori e distributori devono capire che le etichette non sono solo sistemi di riconoscimento e di geolocalizzazione degli item: se potenziate da tecnologie di anticontraffazione, diventano elementi di sicurezza fisica”.
Imballi intelligenti: le tecnologie abilitanti
Come ha spiegato Poli a tutti i partecipanti alla Fiera dell’Imballaggio, il packaging attivo e connesso ha applicazioni in quasi tutte le categorie di prodotti al dettaglio: prodotti alimentari e bevande, farmaci, giocattoli, cosmetici, abbigliamento e accessori, prodotti dell’elettronica e via dicendo. Esistono diversi sistemi di codifica, di etichettatura e di stampa che permettono di tracciare e rintracciare gli imballi. Prima di scegliere le soluzioni più opportune, produttori e distributori devono considerare quale sistema di identificazione automatica possa essere per loro più opportuno, tenendo conto della tipologia di etichette e dunque del loro formato, della loro dimensione e, nel caso, dell’integrazione di una componente di anticontraffazione in relazione agli obiettivi che si vogliono raggiungere.
“A seconda delle esigenze e delle caratteristiche degli ambienti di produzione e di distribuzione le aziende devono fare bene le loro analisi e valutazioni - ha proseguito Poli alla Fiera dell’Imballaggio -. In questo contesto, come Tracetoo abbiamo realizzato gli ologrammi 5.0, una soluzione proprietaria che combina due tecnologie differenti, costituite da marcatori che rendono l’etichetta non duplicabile o falsificabile e Vericode, uno speciale QR CODE integrato a un sistema di aggregazione e di serializzazione, è in grado di certificare in modo assoluto l’originalità e l’unicità di un prodotto permettendo al cliente di accedere alle informazioni con il suo smartphone”.
Ologrammi 5.0: cosa sono e come funzionano
La serializzazione permette di assegnare un tipo di codifica predeterminato a ciascun articolo del prodotto (unità base, case e pallet), partendo da logiche interne del cliente oppure seguendo normative internazionali o governative, garantendo un sistema di tracciabilità e rintracciabilità a valore aggiunto che rendono le confezioni realmente connesse e comunicanti. In sintesi, utilizzare un ologramma 5.0 permette alle organizzazioni di dotare imballi, ma anche tappi o contenitori di un’etichetta anticontraffazione. Come ha raccontato Poli alla Fiera dell’Imballaggio, la combinazione di tecnologie (Qrcode, ologrammi, elementi grafici all’interno dell’ologramma) permette di certificare l’autenticità di un prodotto offrendo la stessa sicurezza di un tag NFC ma a un decimo del costo.
L’importanza di Vericode
Più nel dettaglio, grazie a un processo di aggregazione, il codice univoco (seriale) che identifica l’unità base, il case e il pallet viene messo a sistema e associato a ogni singolo imballo e/o prodotto. Il che consente di smascherare chi opera nel mercato grigio, impedendo ai brand di controllare i propri volumi di produzione, presidiando le zone d’ombra legate a vendite e prezzi non controllati.
“La piattaforma Vericode consente di gestire in modo semplice e veloce l’aggregazione tramite tecnologia RFID o tramite sistemi di visione artificiale basati su Qrcode/Datamatrix - ha precisato Poli -. In base ai diversi livelli di automazione richiesti Tracetoo realizza sistemi adatti al confezionamento manuale o completamente automatizzato. Va sottolineato anche che la certificazione di originalità è gestita da Vericode senza alcuna interazione con i sistemi informativi aziendali”.
A livello di back end una volta ordinate le etichette per ogni SKU che vengono serializzate dal fornitore gli operatori possono controllare sulla piattaforma Vericode che i seriali provengono dal corretto licenziatario. A livello di front end l’acquirente utilizza una app per controllare l’autenticità del prodotto e la scheda commerciale in tempo reale. Combinando Vericode a un tag NFC è possibile aggiungere un’ulteriore componente di engagement associata al caricamento di informazioni diversificate: da un messaggio personalizzato nel caso di un regalo a una serie di messaggi crossmediali come testi illustrati, link a una pagina web, riproduzione di un video di Youtube e via dicendo.
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